Azienda Vinicola Qumrán / Konkrit Blu Arquitectura

Il progetto si trova nella valle del fiume Duero AONB, in una regione di dolci colline dai contorni netti, quasi interamente utilizzata per la produzione di vino e bestiame. Raggiungere la cantina, situata nel “Pago de las Bodegas”, comporta una lenta salita attraverso scenari variabili dove il nuovo edificio appare tra le vestigia di vecchie cantine e cantine. Giunti all’area della cantina, la salita prosegue tra i vigneti lungo il riabilitato tradizionale sentiero della vendemmia. Emergendo gradualmente ad ogni passo, la facciata nord dell’edificio appare come se fosse un prolungamento del paesaggio.

Strategia
L’approccio adottato nel progetto è stato quello di ridurre al minimo l’impatto visivo e integrare la cantina nel paesaggio naturale che la circonda. Senza perdere di vista i vantaggi intrinseci, la strategia progettuale si basa sullo sfruttamento dei benefici presentati dalla pendenza del sito determinata dalla formazione limoso-silicea nel sottosuolo nell’estremo sud-ovest del terreno che si estende per venti metri interrato e crea un dislivello di quattro metri. L’edificio è parzialmente interrato e la facciata sud, che è la più alta, è separata dal bordo del parco creando una piazza polivalente circondata da vegetazione autoctona.

I prospetti come interfacce
Ci sono due lunghi muri scorrevoli che sono direttamente coinvolti nel processo viticolo e facilitano il lavoro svolto nei campi lungo il sentiero della vendemmia. Una forte relazione interno-esterno, finestre funzionali ed ergonomiche che creano buone condizioni di illuminazione, ventilazione naturale, ottimo isolamento termico e un coerente collegamento tra gli spazi interni sono forniti da questa tipologia costruttiva allungata.

Sul lato nord, le cinque porte di raccolta collegano fisicamente e programmaticamente i vigneti con l’area di lavorazione e forniscono punti in cui l’uva può essere travasata per gravità. Sul lato sud la facciata è a gradini e l’esagerato sbalzo crea un’ampia vetrata che apre gli spazi più luminosi dell’edificio, che sono la zona vinicola e gli uffici. Le aree per i programmi ausiliari si trovano nel volume inferiore e fungono da zona di accumulo termico per le tre aree principali del programma, ovvero la lavorazione, la fermentazione e l’invecchiamento. Sia i rubinetti esterni che la panchina nella piazza sono elementi contestuali destinati a dare una tregua al duro lavoro svolto nei campi, sono rispettivamente un punto pulito e un punto di irrigazione e un’area di sosta.

Open Country
I confini fisici delle attività della cantina sono sfocati in modo da non perdere la continuità della vegetazione esistente. La vite è piantata lungo il margine meridionale per estendersi nella campagna e ad ovest sono piantati alberi e piante aromatiche. Sono state apportate pochissime modifiche ed è stato permesso al verde di fondersi quasi naturalmente con il paesaggio preesistente e la sua geometria. In questo modo, il giardino si estende oltre i suoi limiti e si fonde con l’ambiente naturale circostante come un paesaggio preso in prestito, o shakkei.

Di conseguenza, il tetto funge anche da punto di osservazione recuperato estendendo l’edificio nel paesaggio. Il programma interno dell’edificio produce una forza generativa o tremore, modificando la forma e creando una topografia controllata che cerca di diventare un tutt’uno con l’ambiente circostante.

Aree di circolazione
primarie Le aree di circolazione primarie sono concepite come soglie interno-esterno o spazi di transizione che alleggeriscono l’effetto di ingresso o uscita dall’edificio. Sono cavità profonde o vestiboli che comprimono lo spazio e forniscono riparo e ombra dalle temperature estreme tutto l’anno e fungono da deflettori del vento sul lato nord. I punti di accesso fanno parte dei nuclei strutturali racchiusi dagli impianti, dai magazzini e dai servizi igienici, e strutturano anche lo spazio in tre zone principali adibite alla lavorazione, alla fermentazione e all’invecchiamento. Le stanze di fondo sono così chiuse, evitando inutili viaggi e conseguenti sbalzi di temperatura, luce e suono, mentre la stanza centrale, che non ha alcun isolamento termico o luminoso, è quella dove si svolge il lavoro quotidiano.

Topografia programmatica
Più che un semplice rapporto mimetico con l’ambiente circostante, il tetto attiva i punti di forza creati all’interno dell’edificio. Pertanto, le due fasce complementari si adattano alle esigenze spaziali del programma interno mostrando la massima efficienza energetica ed efficienza del programma possibile e diventano così una topografia progressiva e naturale adattata alla sua posizione.

In questo processo di astrazione, il concreto in situ rende conto della materia totale che dà continuità alla terra che esce dalla terra. Il calcestruzzo è privo di ornamenti, portante e già finito. Soddisfa inoltre i requisiti funzionali di base essendo economico e di facile realizzazione – pronto all’uso, non necessita di quasi nessuna manutenzione, ha un’elevata inerzia termica e può essere alleggerito inserendo un unico strato di isolamento termico.

Dettagli del progetto:
Località: Peñafiel Valladolid, Spagna
Area: 700 mq.
Architetti: Konkrit Blu Arquitectura (Sandra Hernández + Álvaro Solís)
Fotografie: José Hevia